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      VI.
     
      Una sterminata copia di animali marini fa dei sali del mare un invoglio o un sostegno al suo molle corpo: infiniti animalucci microscopici, od appena visibili ad occhio nudo, natanti sul mare, hanno il corpo protetto da materia minerale, e le spoglie di questi morti animaletti ricoprono in molte parti il fondo, formando spesso uno strato di notabile altezza.
      Tutti gli animali dalla conchiglia operano così: essi prendono il carbonato di calce, la sostanza stessa che costituisce il marmo, dalle acque marine, e lo dispongono sul loro corpo in tanti straterelli, dando a questi le più varie forme e singolari ripiegature, e allo strato più superficiale spesso i più vaghi colori, o una mirabile levigatezza, o tante e diverse sorta di rugosità, scanalature, solcature, punteggiature, lineature e granulosità. I mari più ricchi di sali son quelli che hanno maggior copia di molluschi dalla conchiglia; i meno salsi ne sono i più poveri; così il Mediterraneo ha gran copia e varietà di cosiffatti molluschi, il Baltico ne ha pochi e colla conchiglia sottile, e tutti i tentativi fatti per acclimare le ostriche in qual mare, per questa ragione, non condussero a nulla.
      Fra gli animali che più si giovano del calcare sparso nelle acque marine, e ne fanno loro pro, sono elegantissimi, e per molti riguardi sommamente importanti, i coralli.
      Gli antichi Greci, innamorati di queste belle forme animali, davano ad esse il poetico nome di Figlie del mare; ma, invero, non sapevano che fossero animali; la disposizione arborescente, lo espandersi di certe parti del loro corpo a mo' di corolle di fiori, fecero considerare i coralli siccome piante, che, appena tratte fuori dal mare, si convertissero in pietre.


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Il mare
di Michele Lessona
Tipografia Sebastiano Franco Torino
1864 pagine 68

   





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