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      In sul principio dello scorso secolo un giovane medico e naturalista francese, il Peyssonel, mandò all'Accademia di Parigi uno scritto in cui dimostrava la natura animale dei coralli. Il Réaumur, nel riferire intorno a questo scritto, siccome amico dell'autore, non volle dire il nome di questo, onde non compromettere l'avvenire scientifico del giovane, rivelandolo propugnatore di una così strana opinione. Poco dopo il Trembley tolse ogni dubbio intorno alla natura animale dei coralli, ed Ellis, Pallas e il nostro Cavolini misero in chiaro molte verità importanti della vita di questi animali.
      I primi navigatori che solcarono l'Oceano Pacifico furono presi da grandissima maraviglia per la copia sterminata di coralli che trovarono raccolti intorno alle isole, distesi lungo le coste, sparsi in varii e sorprendenti modi per quel mare, e spesso disposti in modo da rendere pericolosissima la navigazione.
      Un grande cercine di coralli cinge talora un'isola montuosa, a grande distanza da essa; fra l'isola e il cercine dei polipi coralligeni giace una massa di acqua tranquilla; sul cercine una bella vegetazione di palmizi, al di là le spume biancheggianti delle onde che si vengono a frangere contro il cercine, poi la distesa sterminata dei mari; così è Tahiti, così l'isola di Vanikoro, isola rinomata di rinomanza funesta pel naufragio che vi ha fatto il La Pérouse.
      Altrove il cercine corallino serra strettamente l'isola senza guari spazio tra esso e la riva.
      Lungo le coste dell'Australia, ad una distanza dalla riva che varia fra cinque e dieci leghe, corre come una barriera di coralli che è lunga oltre a trecento miglia.


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Il mare
di Michele Lessona
Tipografia Sebastiano Franco Torino
1864 pagine 68

   





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