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      Quando poi questo globo girasse sul proprio asse da levante a ponente, le correnti dirette verso il polo devierebbero a levante, e quelle dirette verso l'equatore devierebbero a ponente. Infine supponiamo che questo globo solido immaginario sia perfettamente simile alla crosta solida terrestre, e vedremmo le correnti su di esso quali appunto le vediamo nei nostri mari.
      Per mettere in evidenza gli effetti prodotti dalla differenza nella salsedine, il Maury si ferma a considerare quello che avviene nei mari interni. Il mar Rosso, allungato, stretto, senza piogge, senza tributo di fiumi, posto fra i paralleli di 13° e di 30° di latitudine nord, corso nella calda stagione, dal maggio all'ottobre, da venti asciutti e caldi, sopporta un enorme svaporamento: si calcola che ogni anno esso perda, in forma di vapore, uno strato liquido di una superficie pari alla sua e dello spessore di due metri e mezzo. Quest'acqua viene sottratta dalla corrente superficiale che entra dallo stretto di Bab-el-Mandel, ove venendo verso Suez scema sempre la salsedine. La maggior parte del sale lasciato dallo svaporamento va verso il fondo, e in sulle prime si direbbe che, una volta saturate quelle acque, il sale si debba raccogliere in cristalli; invero ciò accade nel mar Morto, che è un mar chiuso; ma nel mar Rosso la cosa non va così, perchè una corrente inferiore porta via quell'eccesso di sale. Lo stesso fatto avviene nel Mediterraneo, ove allo stretto di Gibilterra v'ha una corrente superficiale d'entrata delle acque marine, ed una corrente profonda di uscita.


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Il mare
di Michele Lessona
Tipografia Sebastiano Franco Torino
1864 pagine 68

   





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