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      Questo è un gran bene.
      Verrà un giorno che in Palermo si innalzerà una statua al marchese Rudinì, per gli eroici suoi atti nei giorni nefasti del settembre 1866, e tutti i buoni Italiani concorreranno a quel monumento.
      Oggi il giovane patrizio, non stanco nè insuperbito, in cambio di riposarsi sotto gli allori, come tanti altri avrebbero fatto, dura animoso a combattere, e sta fermo al suo posto.
      Non è qui luogo, per troppe ragioni, di trattenere il lettore sul marchese Rudinì, se non con pochissime parole come s'è fatto; ma su un altro patrizio palermitano, come esempio fortunatamente non unico, ma bellissimo, di amore del pubblico bene e del luogo natio; e questo patrizio è, o piuttosto fu Carlo Cottone, principe di Castelnuovo.
      Chi volesse fare uno studio completo di quell'uomo singolare e per tanti rispetti degnissimo di essere conosciuto, dovrebbe guardarlo sotto tre principali aspetti: privato, politico e sociale.
      In Palermo, dove egli fu amatissimo, corrono anche oggi per la bocca di tutti molti aneddoti graziosi intorno ad atti della sua vita privata, che dimostrano la tempra della sua mente particolarmente salda ed operosa.
      La vita politica del Castelnovo fu tanto nobile, che sarebbe fortuna per l'Italia il divulgarla. Un eminente cultore delle scienze storiche, un Siciliano che coi suoi scritti ha fatto grande onore all'Italia, il professore Michele Amari, ha in animo di scrivere questa vita, ed è da augurarsi che egli perseveri nel buon proposito, e lo rechi ad effetto. L'argomento è degno di tanto biografo.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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