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      Anch'oggi egli manda fuori ogni anno un trenta o quaranta bastimenti in Inghilterra, in Olanda, in America carichi di sole arancie, la qual cosa ci spiega l'estensione larghissima che prese in Sicilia la coltivazione di questo albero, che viene anteposta a quella del grano e ad ogni altra, perchè più lucrosa di tutte.
      S'ingegnò altresì di migliorare la condizione delle macine in Sicilia, fece prove di macchine a vento presso l'Arenella, ed è opera sua la Macina di San Marco presso Palermo. Nel 1841 mise su una fonderia di ferro nella stessa città, chiamata Fonderia Orotea: quell'impresa era buona fin da principio, gli sviluppi posteriori la dovevano in breve rendere ottima.
      La navigazione a vapore cominciava a far breccia anche nel regno di Napoli. Un piccolo piroscafo, nel 1845, opera di privati, ma tosto venuto in mano del governo, aveva cominciato a fare qualche tragitto da Napoli a Palermo. Col suo solito accorgimento, il signor Florio afferrò subito l'idea di quanto bene avrebbe fatto in Sicilia la navigazione a vapore in luoghi opportuni. Le strade, pochissime oggi, allora mancavano, sto per dire, del tutto: malagevole cosa il trasporto del denaro ed ogni maniera di commercio entro terra. La navigazione a vapore avrebbe mutato faccia alle cose, ma doveva essere amministrata bene, e resa pronta, comoda, bastevole; ciò che il governo non avrebbe fatto mai. Il signor Florio ci si mise d'impegno e riuscì, come dice il volgo, colla sua costante fortuna: perchè fece, al solito, un retto giudizio dell'impresa, studiò le vie più atte a condurla a buon fine, e seppe con avvedutezza e prudenza seguirle.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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