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      Pił oltre a sinistra s'apre la via che mena al San Carlo, alla piazza del Plebiscito, alla Riviera di Ghiaia, alla Napoli nuova e prediletta de' forestieri.
      Innanzi al palazzo del Municipio una piazza verdeggia di alberi e si colora di fiori, come la piazza della Vittoria, come quella larghissima delle Pigne. Qualche anno fa questi spazi erano terreni scoscesi e brulli, fangosi d'inverno, polverosi d'estate. Allo scarso chiarore dei lampioni ad olio (tre quarti di Napoli non sono illuminati a gas che dal 1861) ti accadeva facilmente la sera d'incontrare un tagliaborse, a cui quel buio tornava propizio al mestiere. Ti accadeva sempre d'udire il piagnucolare, artificioso o schietto, di un mucchio di bambini cenciosi, pietosamente aggruppati, con accanto una donna che li aveva tolti a nolo, a ingannare il primo senso di pietą del passeggero inesperto.
      - A proposito! E i pezzenti di Napoli? E i lazzaroni giacenti a dormicchiare nelle ceste, con la pipa e mezzi nudi, di cui si legge nelle guide? E que' cari mangiatori di maccheroni a un soldo il piatto, all'aperto, in piedi, col braccio destro in aria, e la matassa de' vermicelli fumanti che si mangia con gli occhi prima che se li senta nel palato, come li ritraggono le stampe che vanno attorno per tutta l'Europa?
      - I lazzaroni, caro amico, se li vuoi trovare secondo il ritratto, ti devi contentare di vederli d'ora innanzi colla immaginazione, come que' mangia-maccheroni che pare ti stiano tanto a cuore. Se vuoi ammirarli in effigie, ve n'ha ancora nelle vetrine de' nostri litografi, a un soldo l'uno; ma affrettati, chč potresti fra qualche tempo vederle sparite.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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