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      Stimolato dalla fame e cominciando a spaventarsi tanto più fortemente della sua povertà, quanto meno vi avea pensato sino allora, ripescò le sue commendatizie e si diè attorno per presentarle a coloro a cui lo avea diretto la sua benefattrice. Qualcuno di questi non si trovava a Parigi, da qualche altro si sentì rispondere con un vedremo, che, inteso nel miglior modo, voleva dir che aspettasse alcuni giorni finchè non gli si trovasse un collocamento. Ed Enrico, sebbene vissuto sino allora di beneficenza, non ebbe il cuore di dire che questa dilazione non la poteva imporre al suo stomaco; il sentimento della sua dignità di uomo ai primi disinganni prevalse a un tratto nel suo cuore, e la natia fierezza gli troncò in bocca ogni più umile richiesta. Risolvette da allora o di bastare con le sue sole forze a se stesso, o di morire di fame.
      Ma il giovanetto non aveva appreso nessuno di que' mestieri pe' quali si può trovar facilmente a campar la vita col lavoro delle mani, della stessa lingua che udiva a Parigi non si sentiva molto pratico. E tuttavia mentre gli cresceva la fame e il mondo gli abbuiava intorno, non si perdette di animo. Vicino alla casa dove aveva abitato sino allora, e che doveva lasciare adesso per non poterne pagare il fitto, dopo aver venduto e consumato il suo piccolo corredo, era una bottega dove egli aveva visto più volte affaccendarsi, lavorare e spazzare a gran fatica, un vecchio servitore del bottegaio. Enrico va difilato a lui, gli propone di aiutarlo a spazzare il magazzino e sollevarlo da quella fatica che gli era parsa superare le forze del vecchio.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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