Pagina (96/482)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il volto schietto del giovane, la pronuncia straniera, la offerta inaspettata e modesta commossero alquanto il vecchio, il quale promise che gli avrebbe fatto spazzare ogni mattina per suo conto la bottega, dandogli tre soldi al giorno tanto per non lasciarlo languir sulla via.
      Visse Enrico qualche giorno a questo modo, di solo pane. Finito di spazzare la bottega, si rimetteva in giro per saper l'effetto delle sue commendatizie, avendo l'avvertenza di recarsi a far l'ultima visita della giornata ad una persona che viveva in una soffitta; d'onde, in cambio di scendere a dormire sulla strada, rimaneva sulle scale e vi passava la notte sugli scalini, ripensando alla differenza del suo stato presente con quello che già gli avean promesso le sue fantasticherie giovanili.
      Le commendatizie intanto non fruttavano ancora nulla, e le notti passate sugli scalini e il pane che poteva comprare co' suoi tre soldi non potevano contentare il nostro Enrico. Un giorno egli seppe nel negozio dove spazzava, che una casa di commercio spagnuola cercava un ragioniere molto esperto e che si fosse contentato d'un piccolo stipendio. Da quando era venuto a Parigi, e massime da quando aveva dovuto provvedere da sè ai casi suoi, Enrico si era reso un po' più pratico del francese. Inoltre nella sua prima educazione era entrata un po' d'aritmetica, ed avea visti ed ammirati più volte, nel negozio dove spazzava, i libri del banco, e osservato il tenore della scrittura. Non sapendo ancora bene in che mai potesse consistere l'ufficio di ragioniere, parendogli la cosa più facile che non fosse, e stimolato dal bisogno, Enrico un mattino si recò difilato dal negoziante spagnuolo e si offrì pel lavoro che gli bisognava.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





Enrico Enrico Parigi Enrico Enrico