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      Un'altra ragione lo confortava anche nelle noie del suo mestiere, un affetto da prima umile e inconsapevole, ma che poi gli crebbe ogni dì più nel cuore, per la figlia di Antonio, una bella e buona giovinetta, la quale a lui pareva non sarebbe stata aliena dall'accogliere prima o poi i voti del vivace ed operoso cugino.
      Gaspare era divenuto già un uomo pieno di buone speranze, ben veduto in tutto il suo rione, e tenuto pel più esperto ed assiduo lavoratore che si conoscesse nell'arte sua; i genitori di tutto il vicinato lo mostravano a dito ai loro figliuoli come esempio di giovane onesto e operoso che col solo suo lavoro riusciva a mantenere una famiglia che non s'era fatta lui, i suoi fratellini e le sorelle minori. E tuttavia con l'umore balzano dello zio egli non potea dirsi sicuro neppure del dimani; mentre per la grave spesa che s'era assunto di mantenere quasi solo altre cinque persone, non gli era riuscito di metter nulla da parte; il che dopo l'amore per la cugina era la lima più continua del suo cuore.
      Un giorno gli venne in mente un'idea ardita; fattosi esperto de' vari rami di commercio che s'attengono al lavoro de' metalli, ed accortosi del monopolio che pochi negozianti stranieri faceano in Napoli a quel tempo delle ferramenta e farrarecce che s'importavano di fuori, trovato lo zio in un buon quarto d'ora, gli propose di aprire un negozio di tale mercanzia, e gli chiese un capitale di mille ducati, col quale era sicuro, ordinando direttamente la merce alle fabbriche straniere, di fare un guadagno tale, che egli avrebbe potuto in breve pagargli il grosso interesse dei mille ducati, e restituirgli assai presto il suo capitale se l'avesse voluto.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





Antonio Napoli