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      Sul suo sepolcro, ch'è nella chiesa de' padri Cappuccini, fu posta una breve ed elegante iscrizione latina, dettata dal professore Betti.
      Fu il Rossini professore accademico di San Luca nella classe della architettura: inscritto alla reale Accademia Albertina di Torino; alla provinciale delle Belle Arti di Ravenna, ed alla pontificia romana di Archeologia.
      E quanto ai suoi particolari costumi, fu uomo d'interissima fede, sollecito osservatore delle leggi. Ebbe per consuetudine tenersi lontano dai rumori delle genti, e di stare in casa per poter attendere più speditamente alla sua arte; desiderando sempre fare maggiori cose che non aveva fatte per lo addietro. Non andò mai (come ei dice) a baciare le mani nè i piedi a nessuno per accattar favori e protezioni. E stimando gli uomini per la sola virtù, non fece mai dono delle sue opere a gran signori e a principi: nè volle pur conoscere prelati e cardinali; ma bene si rallegrò vedendo spesso visitare il suo studio dai più illustri personaggi d'Europa.
      E per non mancare onestamente a sè medesimo, dettò le memorie della propria vita in uno stile alquanto umile, come colui che non aveva fatto studio di lettere. Nelle quali memorie si dolse a ragione, che, se bene in Roma, non fosse stato superato da nessuno in quella sua arte, pur non trovasse mai presso i governanti nessuno incoraggiamento. La sua effigie è stata ritratta in un busto di gesso, più grande del naturale, dal suo egregio concittadino e amico carissimo, Luigi Maioli, scultore, il quale n'ha fatto dono all'Accademia Ravegnana delle Belle Arti, acciò che non manchi alla patria l'immagine di questo suo illustre figliuolo.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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