Pagina (144/482)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma la freddezza e l'ingratitudine ne' figli de' poveri, i quali ben spesso domandano a' genitori il sacrificio, non che d'altro, del pane, sono orribili mostruosità».
      Nel 1796 le Romagne furono invase dai soldati e dalle nuove idee della Repubblica francese. Giuseppe Rossini fece festa a' primi e accettò e professò apertamente le seconde. Fu un liberale, e, forse più che non convenisse alle povere condizioni della sua famiglia, fu un repubblicano. Tantochè tornate le cose nell'ordine di prima, perdè l'impiego e venne rimandato a casa sua, a Lugo.
      «E senza questo (diceva Gioacchino), invece di un compositore di musica, sarei stato o un farmacista o un mercante d'olio; giacchè per sovvenire ai bisogni stringenti della famiglia, mia madre determinò allora di abbracciare la carriera del teatro».
      Tra i biografi del Rossini, v'è chi afferma sua madre essere stata una cantatrice ambulante, chi una seconda donna: ma è falsa tanto l'una che l'altra notizia. Anna Rossini ebbe una bella voce, e, quantunque non sapesse di musica, era dotata di un felice istinto musicale. Venuta con la famiglia a Bologna (in quel tempo la città degli affari teatrali), ella vi esordì con buon successo nel teatro civico, e con ugual successo calcò ripetutamente le scene di Sinigaglia, di Forlì, di Ferrara, di Lugo, ecc. «Il canto di Anna Rossini (scrisse lo Zanolini), già prima fra le prime donne buffe, era, come il suo animo e come il suo volto, pieno di affetto e di grazia».
      Gioacchino seguiva i parenti nelle loro peregrinazioni artistiche, e assisteva, in un angolo dell'orchestra, a tutte le prove e a tutte le rappresentazioni delle opere.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





Romagne Repubblica Rossini Lugo Gioacchino Rossini Rossini Bologna Sinigaglia Forlì Ferrara Lugo Anna Rossini Zanolini