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      Le scene campestri sempre così nuove e svariate erano un continuo pascolo alla sua immaginazione, e quasi direi che fra l'indole di lui, che sempre più andò facendosi mite e serena, e la natura del paese toscano, eravi un intimo rapporto. Una natura più ardente o più fosca non sarebbe convenuta a quell'anima gentile di Pietro Thouar, a cui erano ignote le passioni esaltate, mentre era pieno di tranquillo e melanconico sentire e contemperava in ordinata armonia le volontà e gli affetti. Spesso lo si vedeva correre le polverose vie maestre, salire per l'erta delle montagne, soffermarsi nelle popolose borgate di cui la Toscana è piena, mettersi a discorrere con contadini e pigionali, ora in qualche bottega, ora pei viottoli de' campi, o seduto su qualche muricciolo della strada. Studiare i costumi, osservare i bisogni del popolo, formava la parte morale e più importante di quei suoi viaggetti per la campagna. La vita del povero e dell'artigiano era un libro di cui spesso egli apriva le pagine non di rado piene di lagrime e di dolore. Nato popolano, Thouar visse tra il popolo la prima sua gioventù; ebbe dunque campo di conoscerlo, e poco alla volta principiò a vedere ciò di cui questo popolo sentiva bisogno. Fu allora che incominciò la sua missione letteraria ed educatrice».
      Queste parole intorno a Pietro Thouar furono scritte da Napoleone Giotti, e ho voluto riferirle perchè dettate con molto affetto e con molta leggiadria di stile.
      Fatto il santo proponimento di consacrarsi all'educazione del popolo, il Thouar guardò d'onde convenisse cominciare.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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