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      E Bartolini, posando dal gesto, acceso in volto dal fuoco dell'arte, replicò piano piano e come trascinando le parole: Hai capito?... meglio per te!... E se ne partì.
      L'Abele fu mostrato al pubblico nelle sale dell'Accademia, che erano allora quelle stesse ove adesso ha dimora e studio il Duprè, e il delicato pensiero dell'artista lo ha oggi riposto al luogo medesimo in cui per la prima volta fu da' Fiorentini veduto.
      E fu una rivelazione!... Sciolto dal segreto, Bartolini parlò e al giovane artista fu largo di meritata lode, e prodigò di raccomandazioni e di encomi in pubblico e in privato. Tutta Firenze risuonò del nome del giovane Duprè!
      All'Abele non mancarono certo i Caini che vollero assassinare la fama del confratello in arte bucinando che lungi dal modellare la statua il Duprè ne aveva gettata la forma sopra un corpo vivente, ma questa volta i denti della vipera si spuntarono sull'acciaio del valente scalpello.
      La madre... la madre felice che avea indovinato dalla prima aurora lo splendido meriggio di quel sole dell'arte; non potè allegrarsi di questo nuovo trionfo del figlio. Affranta dai dolori, e dagli affanni, in preda ed una inesorabile malattia che non doveva più darle tregua e riposo, ella giaceva sull'ultimo suo letto fino da quando il giovine Duprè, col bassorilievo del Giudizio di Paride concorse al premio triennale dell'Accademia.
      Ella aveva seguito con ansia materna gli arditi tentativi del figliuolo, e per le varie sorti de' suoi primi lavori aveva trepidato fra il timore e la speranza.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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