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      Io avrei voluto corrispondere a questa verità di cui andava persuaso, ma i miei voti erano senza effetto. Ivi si professava rispetto alle persone distinte per nascita e per grado, ma non sfuggiva però a mio padre, ogni volta che gli si presentava l'occasione, di fare le sue ragionevoli riflessioni sopra quel genere di persone, che senza mezzi noti compariscono nel mondo con uno sfarzo non corrispondente al grado loro.
      «Frattanto mi avvicinava a quell'età che si nomina gioventù, ed a dispetto delle cure di mio padre, non mi trovava ancora avviato a nulla che potesse essermi utile, se si eccettui l'essere abituato a non aver mai denari in mio potere, e in conseguenza essere privo di amicizie particolari, d'aver meno bisogno dei miei coetanei; di non aver mezzi di acquistare dei vizii il che in età provetta mi ha giovato non poco. Mia madre, la mia povera madre, intanto, che mi amava teneramente, standole a cuore lo stato mio avvenire che non si preparava molto ridente, tanto si adoperò per me, che le riuscì finalmente di ottenere uno degli infimi impieghi nel Convitto dei giovani studenti, esistente allora nella Sapienza, o Università di Siena.
      «Ma prima che io m'inoltri nel quadro storico che mi riguarda, convien avvertire, che fino dalla mia tenera fanciullezza aveva manifestata decisa vocazione per la lettura, mi tratteneva con piacere superiormente a qualunque altra ricreazione, nè era mal riuscito in questo esercizio, tanto che veniva spesso incaricato dal maestro a far le sue veci nell'assistere alle letture degli altri scolari, assai di me più provetti.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





Convitto Sapienza Università Siena