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      Emporio marittimo e commerciale, posto dalla natura in così felice situazione geografica, a mezza via del mare più solcato dal naviglio mercantile, Livorno raggiunse, in tempi non ancora lontani da noi, un alto grado di prosperità e di floridezza.
      Le franchigie accordate al suo porto allora, quando la maggior parte delle, legislazioni doganali europee si ostinava negli errori de' diritti differenziali, il libero scambio proclamato da' principi toscani mentre gli altri governi vaneggiavano tuttavia fra le aberrazioni del più cieco protezionismo: le condizioni generali del commercio nel Mediterraneo, furono origine e cagione dei subiti guadagni che fecero salire in fama ed in ricchezza, molte case commerciali sorte in un batter d'occhio con molto umili e molto oscuri principii.
      Parrebbe a prima vista che in una popolazione siffatta dovessero facilmente raccogliersi molti ed imitabili esempi di operosità e di lavoro largamente ricompensati da' lieti eventi della vita, molti e chiari nomi di uomini, in tanti e sì diversi modi, e per singolarissime vicende giunti a' più alti gradini della scala sociale, utili agli altri, e artefici della propria fortuna. Pure non è così.
      Il cominciare dal nulla e sollevarsi grado a grado, passando per la trafila di penose ma fortunate transazioni commerciali, a più agiata e più comoda posizione, è cosa così comune a Livorno, che ad ogni piè sospinto se ne incontrano esempi, tutti meravigliosamente uniformi ne' principii, ne' mezzi e nel fine, talchè l'imbarazzo della scelta ci pone nella impossibilità di preferire un nome ad un altro.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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