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      Le lancette riuscirono a meraviglia, molti studenti ne fecero far altre. I due fratelli avevano raggiunto la mèta vagheggiata nei primi anni, erano alla pari del loro padrone.
      Ma in breve incominciarono ad aspirare a cose maggiori. Volevano fare da sè tutta intera una cassetta chirurgica. Erano passati cinque anni dalla prima ambizione, e il giovane studente era divenuto dottore. Aveva bisogno d'una cassetta, e la ordinò ai fratelli Lollini, che la fecero a meraviglia, ed ebbero subito parecchie altre ordinazioni.
      Ciò accadeva nel 1836.
      Quel giovane studente, più tardi dottore, era il conte Giovanni Battista Ercolani, onore oggi della scienza italiana. «Io sono orgoglioso (scriveva egli testè ad un suo amico) di essere intimo dei fratelli Lollini».
      La lotta che i due fratelli infiammati dall'amore dell'arte dovettero sostenere per riuscire, fu lunga e dolorosa; sopportarono anche il carcere politico, come pur troppo era consuetudine allora.
      Quando Vittorio Emanuele venne la prima volta a Bologna, li volle vedere: essi gli avevano preparato il dono d'una spada di finissima tempra: il Re li accolse con molta benevolenza, e parlò loro col suo fare spedito e schietto: lodò il loro coraggio, la loro perseveranza, i loro sforzi coronati da un esito tanto felice, e parlando premeva sulla spada, piegandola con tanta forza, che ai due artisti balzava il cuore, pensando:
      - Se si rompesse...
      All'Esposizione di Londra vinsero il primo premio. Paolo era in quella città, ed udì l'annunzio insperato, mentre stava riguardando i suoi strumenti:


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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