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      Questa mirabile facilità ch'egli aveva di cattivarsi l'altrui benevolenza con la schietta e candida lealtà delle sue parole, si parve chiarissima una tal sera, mentr'egli si tratteneva parlando in una lieta conversazione ove lord Palmerston era uno degli interlocutori. Il celebre ministro, della lingua e della letteratura italiana più che mediocre cultore, mosso a parlare del Petrarca dette di quel gentile nostro poeta un giudizio piuttosto arrischiato e severo, e il Panizzi, rispettoso e reverente nei modi, ma franco e ardito nella difesa di quella gloria italiana, si fece innanzi a dar sulla voce al nobile lord, che non si conturbò per l'attacco, nè se ne offese, ma anzi il generoso ardimento apprezzò e tale stima ebbe d'allora in poi del Panizzi, che sempre come e quando e quanto potè gli rese segnalati servigi. Al suo ingegno, alla stima che aveva saputo inspirare ai suoi amici e conoscenti inglesi egli deve il posto che potè agevolmente conseguire il 27 aprile dell'anno 1831 entrando al Museo Britannico come bibliotecario assistente aggiunto al dipartimento dei Libri stampati. Essendosi poi dimesso il bibliotecario assistente aggiunto al dipartimento, il Panizzi ne assunse la carica il 10 luglio 1837.
      Rimasto finalmente vacante il posto importantissimo di Direttore generale di tutto il Museo, con nomina firmata dalla Regina, il giorno 6 marzo 1856, egli ebbe quel posto.
      Il buon andamento dei Musei dipende sempre molto dal direttore, ma più assai in Inghilterra che non altrove, essendo là minore la ingerenza governativa diretta e sorvegliatrice, maggiore la stima e la fiducia nei direttori, e larga corrispondentemente la concessione all'uopo di straordinari sussidi.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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