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      Ma i nobili propositi e le opere buone fruttano anche dopo la morte, come seme fecondo affidato ad ubertoso terreno.
      Il De Cristoforis morendo lasciò le sue collezioni alla nativa città di Milano, notando l'importanza di esse, le quali, a suo dire, in quel tempo superavano in tutti i rami le altre che trovavansi in Italia, ed aggiungendo queste memorande parole:
      «In quest'asserzione non ho avuto di mira di farmene alcun vanto, ma solo d'indurre colla semplice verità il Consiglio Comunale a non lasciarsi imporre da qualunque ostacolo, ed a fare in modo colla sua solita saviezza, che non resti inutile questo Museo, cercando anzi di ottenere la nomina di abili professori di queste scienze, tanto utili e necessarie, perciocchè potrebbe anche essere un non indifferente principio per l'istruzione del tanto necessario stabilimento d'istruzione tecnologica».
      Il nobile voto ebbe pienissimo compimento. Il prof. Ian, cedendo la parte di sua proprietà delle collezioni che aveva in comune col De Cristoforis, divenne direttore del nuovo Museo di Milano, ed una eletta schiera di benemeriti cittadini con oblazioni spontanee venne in aiuto al Municipio milanese, onde, oltre all'annua dote del Museo, avesse il prof. Ian un sufficiente assegno vitalizio (6000 lire) con cui senza altra preoccupazione potesse assiduamente dar opera ai prediletti suoi studi. Egli vi condusse vita operosa fino all'età di 86 anni, e morì addì 7 maggio 1866.
      Ma da molto tempo aiutava l'Ian nell'opera di accrescere le ricchezze di quel Museo il prof.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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