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      L'animo di lui non soltanto ripugnava dall'idea dell'ozio, ma sentiva di poter immaginare, di poter fare qualche cosa di nuovo. Tastò varie professioni, si profferse a molti industriali; e se da taluno fu rimandato per la sua troppo giovine età, da altri fu invece trattenuto per la compassione che facilmente ispira chi a stento si procaccia la vita. - Finalmente all'età di soli nove anni e mezzo entrava nella fabbrica di passamani di un tale Vigoni, ove guadagnava i pochi soldi che gli bastavano a vivere. L'amore dell'ordine e del lavoro, più ancora che il bisogno, lo rendono osservatore, gl'ispirano la buona abitudine del risparmio, ed a 18 anni egli si trova ricco abbastanza da comperare con venti lire austriache due vecchi telai.
      Da quel momento si sente libero, si trova indipendente: gli ardenti voti della sua giovinezza sono compiuti, allorquando in una stanza al quarto piano dell'antico Coperchio dei Figini egli vede impiantata la sua fabbrica. E ciò accadeva nell'anno 1829. Padrone, operaio e rivenditore dei suoi prodotti, lavora indefesso ai galloni d'oro per la Casa Cesati di Milano, ne ritrae compenso alle proprie fatiche, e mezzi all'incremento del suo modesto opificio: da questo tempo possiamo considerare nettamente tracciata la sua carriera. A ventidue anni compie la sua felicità accasandosi con un'ottima donna che lo fece padre di tre figli.
      Osservatore indefesso come egli era, un giorno, tessendo stoffe appropriate a fabbricare bottoni, notò che trovato una volta il modo di avere un tessuto in piccoli quadrati, come volevansi per montare il bottone col disco di legno, non sarebbe stato arduo l'attivare una speciale fabbrica a far nostra un'industria della quale tutto il mondo era tributario dell'Inghilterra.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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