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      Da quel momento volse tutta la sua operosità, e impegnò tutti i suoi risparmi a concretare questo suo progetto: vi si applicò con tenacità, tentò, riuscì.
      I suoi prodotti per eccellenza di fabbricazione e modicità di prezzi si imposero al commercio, e n'ebbe tale incoraggiamento e così larghi guadagni da poter allestire in breve una fabbrica importante e grandiosa, ove i lavori si eseguivano non più a mano, ma con macchine speciali, in gran parte inventate da lui.
      Il suo commercio rapidamente fiorì: le continue ed importanti ordinazioni fecero conoscere i suoi prodotti non solo in Italia, ma per tutta Europa. Animato sempre più il Binda dal buon successo della sua impresa, nel 1842 compera una casa che tosto converte in fabbrica introducendovi perfezionamenti continui. Dopo poco anche quella località è insufficiente, ond'egli acquista un'area vastissima a Porta Romana sulla quale nel 1847, comincia a innalzare un grandioso edificio ed un sontuoso palazzo. La rivoluzione del 1848 lo sorprende in quell'ingrandimento; ma esso, attivissimo, immagina tosto ripieghi per rispondere al bisogno urgente dei bottoni di metallo: industria che doveva in appresso col soccorso della meccanica e della chimica perfezionare a segno da gareggiare colle migliori produzioni della Prussia, e più tardi esser base alla svariatissima chincaglieria in ottone dorato, che fino a quel tempo era stata un'industria esclusivamente francese.
      Furono dunque tutti i giorni color di rosa?... No... tanta energia di volontà, tanta costanza di propositi dovevano urtare negli scogli del tempo.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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