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      Il nostro Andrea continuò per più anni anche dopo la morte del padre a tenere attiva l'industria antica dell'acciaio, e volle cimentarsi a migliorarla, e con alcune lievi modificazioni nel procedimento di fabbricazione ottenne un piccolo aumento di prodotto per ogni fuoco. Non contento di ciò, volle visitare gli stabilimenti siderurgici della Stiria, della Carinzia, della Svizzera, onde vedere se vi fossero introdotti miglioramenti da imitarsi.
      Fu in seguito a questi viaggi ch'egli incominciò a rivolgere seriamente la sua attenzione a migliorare i propri prodotti, e da questo momento cessò d'essere semplice fabbricatore di acciai, per divenire un vero industriale.
      Veduta l'impossibilità di estendere la fabbricazione degli acciai a Vezza, pel rapido esaurimento dei boschi resinosi nei dintorni, necessari per ottenere buoni acciai naturali, egli pensò di fare acquisto, seguendo in ciò gl'intendimenti manifestatigli dal padre, del locale, detto la Fonderia a Lovere, che sotto l'antico regno d'Italia serviva alla fabbricazione di proiettili e di falci da mietitori, locale che giaceva inoperoso dal 1815, quantunque importantissimo per le industrie siderurgiche, trovandosi in uno dei centri della produzione dei carboni, per la prossimità delle torbiere d'Iseo, e per una imponente forza motrice.
      Ma per fare ciò, occorreva abbandonare tutte le sue fucine a Vezza, e innalzare dalle fondamenta una nuova ferriera a Lovere con grave dispendio. Non bastando i mezzi propri, dovette ricorrere per rilevanti somme al credito, che, per la riputazione di cui godeva d'industriale intelligente ed onesto, non gli fece difetto.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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