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      Le cime del monte Generoso, le sponde verdeggianti di Morè, l'orlo precipitoso dell'angusta gola che forma l'imboccatura della valle di Muggio, risuonano ancora delle funeste memorie che fecero tristamente famose le fazioni de' Guelfi e de' Ghibellini: e la chiesetta di Castel San Pietro, solitaria e romita alle falde del monte delle Croci d'Occo, conserva, scritta a caratteri di sangue, il ricordo delle feroci discordie che posero le armi fratricide nelle mani de' Rusca e de' Busioni.
      Dalle pagine immortali della Divina Commedia scaturì la scintilla che accese il genio dei poeti ticinesi, e i giocondi rispetti e gli allegri stornelli che suonano sulle rive del Ceresio o tra i larici di Valle Leventina cantano le storie d'amore delle liete sponde del Lario e del Verbano, e le glorie di Milano e di Como.
      La vecchierella devota e il parroco campagnuolo curvano reverenti la fronte sotto la benedizione del prelato italiano che ha potestà di sciogliere e di legare le loro timorate coscienze.
      E le glorie dell'arte, e i nomi lodati degli illustri cultori della scienza che vanta il Cantone Ticino, nacquero o si rivelarono al mondo al nuovo sole del risorgimento artistico e scientifico d'Italia.
      Le ridenti vallate e le pittoresche colline ticinesi toccano da un lato l'estremo confine della provincia lombarda.
      I campagnuoli scendono spesso dalle cime delle Alpi nella fertile pianura milanese e comasca, e sprovvisti di lavoro nelle native montagne, abbandonano nell'inverno la capanna mal ferma e il nudo campicello per correre a frotte sul suolo lombardo a imparare e ad esercitare un mestiere.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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