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      Chiamato ad altissimi uffici, il Franscini fu uomo politico integerrimo e abilissimo, e nella vita privata serbò fama di onestà, di illibatezza, e di cortesia. Molto scrisse, e più ancora operò per la gloria del suo paese natale e quando s'addormentò rassegnato e sereno nel sonno dei giusti, la Repubblica elvetica decretò in suo onore un pubblico lutto, e alla vedova derelitta segnò una splendida pensione.
      Molto si potrebbe scrivere e dire dei Ticinesi benemeriti. Di qualche moderno soltanto noi brevemente diremo.
      Vincenzo Vela
      Lo scultore Vincenzo Vela nacque in Ligornetto, terra ticinese montuosa e pittoresca tra il lago Maggiore e il lago di Como, nel maggio dell'anno 1822 da contadini poverissimi, ma di illibata probità. A dodici anni, perchè s'avviasse pian piano all'esercizio d'un mestiere che togliesse alla povera famigliuola il peso del suo sostentamento, fu mandato a Bisazio, paesetto poco discosto dal suo, affinchè imparasse a fare lo scalpellino. La scelta di questa professione fu opera del caso. Lorenzo, fratello del nostro Vela, era scultore di decorazioni, e l'idea di incamminarsi per una via che lo potesse un giorno menare alla mèta cui suo fratello da lungo tempo era giunto, pareva al fanciullo la più sublime.
      Stette due anni a Bisazio, costantemente occupato nel suo faticoso mestiere, inconscio di sè e del suo genio, finchè i primi racconti de' suoi compagni che gli vantavano le meraviglie di Milano, svegliarono in quel vergine cuore tutte le ambizioni e tutti i desideri dell'artista.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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