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      Il Canevaro fu poi con lettere patenti firmate dal re Vittorio Emanuele da Torino in data 11 settembre 1856, nominato plenipotenziario presso il governo del Perù al fine di fissare, secondo l'articolo 24 del trattato precedentemente fatto, sovra basi più larghe e positive, le attribuzioni, le immunità e la giurisdizione degli agenti consolari italiani.
      Mentre dava opera a tutto ciò, il Canevaro non dimenticava il commercio, e riuscì ad avviare verso l'Italia carichi di grano, che ogni anno poi divennero più numerosi.
      Egli ebbe in proposito una lettera, tutta quanta scritta dalla propria mano del conte di Cavour, la quale mi piace qui riferire:
      Torino, 1 gennaio 1851
      «Illustrissimo Signore,
      «Il mio collega, presidente del Consiglio, mi ha comunicata la pregiatissima sua in data dell'8 novembre 1850, colla quale Ella gli trasmetteva interessanti nozioni intorno al commercio del guano. Avendo adoperato da molti anni questo prezioso concime sulle proprie mie terre, e fattolo adoperare da molti miei amici, io posso apprezzare tutta la utilità che tornerebbe al nostro paese dallo stabilimento del commercio diretto del guano fra il Perù e Genova. Mi affretto quindi di risponderle, non tanto come Ministro, quanto come un proprietario del guano amantissimo.
      «Dacchè ho introdotto l'uso del guano, questo andò estendendosi al punto che nell'anno scorso i soli proprietari del Vercellese ne incettarono per mezzo mio circa 500 tonnellate. Quest'anno non se ne trova a Genova di qualità sicura, ed a prezzi discreti: ma se ve ne fosse, certamente che 100 tonnellate sarebbero prontamente vendute.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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