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      - Ora a noi finalmente, signor Moncalvo! davvero la dobbiamo discorrere insieme. -
      Il conte X godeva la fama di menar le mani ed il frustino coi servi, ed anche con quelli che non aveano con lui relazioni di domesticità.
      Il Moncalvo che sapeva questo, vedutolo chiudere la porta, aveva messo le due mani sul dorso di una sedia, e, postasela davanti, la teneva fra sè e il conte. Quando questi si voltò furibondo e gli diresse quelle parole, rispose:
      - Signor conte, parliamo pure. Ma tenga bene a mente che se ella accenna a percuotermi, io le spacco il capo con questa sedia, e la stendo ai miei piedi. -
      Il giovanetto brandiva la sedia con piglio così risoluto, tutto l'atteggiamento della sua persona corrispondeva così bene alle sue parole, e le sue parole avevano vibrazioni talmente penetranti, che il conte lo guardò dapprima irresoluto ed attonito, poi diede in uno scoppio di riso, ed esclamò:
      - Bravissimo, Moncalvo, mi piacciono gli uomini risoluti! -
      E presolo amorevolmente a braccetto lo condusse nel suo appartamento a vedere e concertare i lavori che furono poi condotti con piena sua soddisfazione.
      Il conte X, divenuto affezionatissimo al Moncalvo, si fece suo patrocinatore presso i suoi amici, raccomandandolo con tutto l'impegno.
      In tal modo la buona ventura fece crescere in brevissimo tempo così straordinariamente le occasioni di farsi conoscere e valere, che il Moncalvo raddoppiò di applicazione e di coraggio, prendendo lavori sempre più estesi e importanti, e conducendoli costantemente a buon fine.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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