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      Tale fu il Bettoni a Milano, tale è il Pomba in Torino: con questa differenza, che il primo fu sostenuto dall'altrui potenza, il secondo fu abbandonato alle sole sue forze.
      «Giovinetto ancora, e privo del padre, impicciato da intrighi domestichi, e vincolato dai tipografi che stampavano i libri di cui egli faceva commercio nella sua modesta bottega di libraio, divisò il Pomba di aprire una piccola tipografia, che col tempo lo mettesse in istato di compiere le imprese che fin d'allora volgeva in mente a vantaggio della sua casa e a decoro della sua patria. Codesta angusta officina, che doveva poscia riuscire una delle più fiorenti d'Italia, ebbe cominciamento nel 1814, e cinque anni dopo era cresciuta in tal guisa da poter dar opera ad una delle più gravi edizioni, alla intera collezione dei Classici latini illustrati di note e di commenti utilissimi. Preziosa collezione è questa, per la parte letteraria governata dalle cure e dall'ingegno dell'illustre Boucheron, per la parte economica sostenuta dal solo Pomba, senza valido patrocinio, a forza di sacrificii d'ogni sorta, e a costo di due viaggi per tutt'Italia, e già condotta a 105 volumi in 8° grande, in mezzo a sventure domestiche, a litigi con socii, ad usure di monopolisti.
      «Pochi anni sono il negozio dei libri in Piemonte era sempre passivo. Tranne le opere scolastiche di privilegio della Stamperia Reale, e pochi libri di devozione, e le tesi pei laureandi, e le scritture legali, o d'altra scienza per comodo municipale: pressochè tutte le altre opere ci venivano di fuori, e pochi classici italiani erano stampati in patria.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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