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      I governatori di Kartum, senza conoscere probabilmente la favola del lupo e dell'agnello, presero a metterla in atto.
      Il pascià cui sono affidate le sorti di quella lontana provincia, si sveglia un bel mattino, e, fatta la sua preghiera, si ricorda che deve mandare una data somma all'erario: nello stesso momento gli viene in mente che questa o quella tribù di neri ha fatto un'offesa al governo. Bisogna punirla: manda un reggimento, e le cose avvengono letteralmente come prima: ma i neri che il reggimento trascina a Kartum non sono più schiavi rubati, bensì nemici vinti: si vendono ai giallab per pagare le spese della guerra, e il giuoco è fatto.
      In questa maniera il capitano Michele Amatore è venuto bambino a Kartum: egli è nato nel 1826, e si ricorda mirabilmente del nativo villaggio.
      Ad un vecchio amico che lo pregava di qualche ragguaglio intorno alla sua infanzia ed alle tristi vicende che lo spinsero suo mal grado in Egitto, rispose con queste parole:
      «Il villaggio in cui io sono nato si chiama Commi.
      «Verso la metà del mese di settembre dell'anno 1832 il mio villaggio fu aggredito dalla truppa regolare del vicerè d'Egitto.
      «I soldati egiziani circondarono il villaggio all'alba in numero di circa 6000, e incominciarono un vivissimo fuoco.
      «Gli abitanti balzarono fuori spaventati: ma subito tutti quelli che erano atti a combattere si raccolsero, e con frecce e con stili (chè non avevano altre armi) incominciarono la difesa.
      «Era la difesa della moglie, dei figli, degli averi, di tutto, e fu disperata.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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