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      ALLORCHÈ, Eccellentissimo Sig. Conte Ministro dell'Interno, Sig. Consigliere Direttore Generale della Pubblica Istruzione, Sig. Consigliere Prefetto, Signori Ispettori Generali di Pubblica Istruzione, ornatissimi Signori tutti, che di Vostra presenza mi onorate, allorchè trasportandomi col pensiero nell'antica Grecia ad ogni passo rimiro un portento di un'arte, ed or mi si offrono allo sguardo bronzi e marmi spiranti, che accrescono venerazione e maestà ai Numi ed agli Eroi, che rappresentano, or tavole animate che colla correzion del disegno, coll'esattezza delle proporzioni, colla vivezza del colorito vincono la natura istessa, or tempj e teatri ne' quali l'eleganza e gli ornamenti accoppiati sono alla solidità ed alla magnificenza, or dolcemente mi solleticano l'orecchio i carmi de' Poeti, che o colla maestà degli epici concetti, o co' lirici voli mi sublimano lo spirito, o mi fan lagrimare coi duri fati di Edipo e di Oreste; allorquando, io dico, rimiro una sì grande perfezione delle arti emulatrici della bella natura presso dei Greci, attonito rimango, e vo meco medesmo ragionando sulle cause di gloria sì portentosa. Nè cessa la mia maraviglia quando da una parte ascolto Bodino, Du Bos, Montesquieu, che questo fenomeno attribuiscono al clima felice della Grecia, che offriva una somma varietà di oggetti, una ricchezza inesausta di bellezze; dall'altra Strabone, Macchiavello, Hume, che tutto ripetono dall'educazione, dalla morale, dalla religione de' Greci, che parlava agli occhi ed animava tutto nella natura (1). Ogni mio stupore allor soltanto svanisce, che giungendo col pensiero in Olimpia o in Corinto miro tutta la Grecia radunata applaudire ai più celebri artisti, e mentre i poeti accompagnano cogli alati inni coloro, che o nella lotta o nel corso si segnalarono, scorgo gli Erodoti, i Soffocli, gli Zeusi, i Policleti cingersi la fronte del meritato serto, e volare in grembo alla patria, che sempre gli onora in vita, e dopo l'estremo dì e tomba e cippo lor concede, onor supremo e caro alle defunte anime grandi (2). I premj che eccitano l'emulazione, gli onori che alimentano le arti, la lode quella figlia del Cielo, che mentre terge i sudori alla virtù, la sprona a più grandi ed ardue imprese, furono le cagioni che ridussero le arti a tanta perfezione in Grecia (3). Di tali mezzi si serve anche il nostro Governo per promuoverle fra di noi, e chi suda affaticato su di una tela, o d'un marmo va ardentemente sospirando l'Agosto, come i Greci artisti sospiravano i giuochi Olimpici od Istmici, perchè è in quell'epoca propizia che i sublimi ingegni ammirati dall'intera Italia, ricevono e laudi e premj, che lor rendon dolce la rimembranza dei disagi e delle fatiche sofferte (4). Ma mentre i pittori, gli scultori, gli architetti hanno un'arena, in cui segnalarsi ed essere applauditi; i soli poeti, i soli oratori giaceran sepolti nell'obblio?


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Elogio di Giuseppe Parini recitato nel giorno 16 novembre 1813 in occasione dell'aprimento delle scuole del Liceo di Milano in Porta Nuova
di Ambrogio Levati
1813, pagine 38

   





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