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      La ventura le fa sopr'alla mano.
     
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      Ove dopo mostrato ogni accidenteDi tutta la sua vita pel passato,
      Soggiunge che per via d'un suo parente(49)
      In breve tempo riavrà lo Stato;
      Però si metta in arme, chè un presenteLe fa d'un panceron(50), che, ancorchè usato,
      Ripara i colpi ben per eccellenza:
      E poi piglia da lei grata licenza(51).
     
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      Già il termine di un anno era trascorsoChe Celidora avea perduto il regno;
      Quando non pur le spiacque il caso occorso,
      Ma volle un tratto(52) ancor mostrarne segno.
      Perciò richiesto ai convicin soccorso,
      Che un piacer fatto non avrian col pegno,
      E tenevano il lor tanto in rispiarmo,
      Ch'egli era giusto, come(53) leccar marmo;
     
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      Fece spallucce(54) a Calcinaia e a Signa(55);
      Ma la pania al suo solito non tenne(56),
      Perchè terren non v'era da por vigna(57).
      Calò nel piano, e ad Arno se ne venne,
      Ove Baldon facea nella Sardigna(58)
      Vele spiegare e inalberare antenne,
      Fermato avendo lì, come buon sito,
      D'armati legni un numero infinito.
     
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      Costui, quando Bellona fu inviataA Celidora, come già s'intese,
      Da Marte avea avuto una fardata(59),
      Che lo tenne balordo più d'un mese:
      E gli messe una voglia sbardellataDi far battaglia e mille belle imprese;
      Ond'egli, entrato in fregola sì fatta,
      Fece toccar tamburo a spada tratta.
     
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      Poichè pedoni egli ebbe e gente in sellaTanta, che al fin si chiama soddisfatto;
      Render volendo il regno alla sorella,
      E farle far bandiera di ricatto(60),
      Destinò muover guerra a Bertinella,
      Che a lei già dato avea lo scacco matto:
      Così con quell'armata e quei disegni,


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Il Malmantile riacquistato
di Lorenzo Lippi (Perlone Zipoli)
Barbera Editore Firenze
1861 pagine 283

   





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