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      Che ognun ne compra: e infin chi n'ha in cantina,
      Per rivenderlo altrui il fiasco attacca(157):
      Si cala al buon mercato, a quella macca(158).
     
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      Due o tre fiaschi davane a quattrino,
      Ed a' poveri davalo a isonne(159);
      Talchè tutti tuffandosi a quel vinoS'imbriacaron come tante monne(160):
      E subito dal grande al piccolino,
      Tanto degli uomin, quanto delle donne,
      Cascaro in sonnolenza sì gagliarda,
      Che desti non gli avrebbe una bombarda.
     
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      Quando il Cornacchia vedde il suo disegnoGià riuscito, andò sopr'alle mura,
      Ed a' compagni fece il detto segno;
      Che bene avendo al tutto posto cura,
      Saliro al poggio senz'alcun ritegno,
      Senza sospetto aver, senza paura:
      Dietro al Cornacchia, lor guidone(161) e scorta,
      Dentro al castello entraron per la porta.
     
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      E perchè ognun dormiva come un tasso(162),
      La donna fece farne una funata,
      E condursegli a' piedi a baciar basso(163),
      E renderle il tributo ognun pro rata.
      A Celidora poi restata in Nasso(164),
      Cioè da' suoi vassalli rinnegata,
      Giacchè tutti voltato avean mantello,
      Comandò che baciasse il chiavistello(165).
     
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      Ella ubbidì, temendo ancor di peggio:
      E benchè fosse un pezzo in là di notte,
      Il pigliarsene subito il puleggio(166)
      Un zucchero le parve di tre cotte(167).
      Così finito il solito corteggio,
      Con due strambelli(168) e un par di scarpe rotte,
      Trista e strascina poi, per la boccolicaUn tozzo mendicava all'accattolica.
     
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      Intanto Bertinella del Reame
      Garbatamente fecesi padrona:
      E de' villaggi e d'ogni suo bestiamePrese il possesso in petto ed in persona(169);
      Poi per letizia cavalieri e dame


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Il Malmantile riacquistato
di Lorenzo Lippi (Perlone Zipoli)
Barbera Editore Firenze
1861 pagine 283

   





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