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      E così grande e tanta somiglianza,
      Tanto eran fatti uguali ed a capello,
      Che non si distinguea questo da quello.
     
      20
      Crebbero insieme, ed all'adolescenzaPervenuti, mangiaro il pane affatto(208).
      Nel far santà(209), nel far la riverenza,
      Ebbero il corpo a maraviglia adatto.
      Tra lor non fu mai lite o differenza;
      Ma d'accordo volevansi un ben matto.
      L'Infante Florïano uno ebbe nome:
      E qull'altro Amadigi di Belpome.
     
      21
      Arrivati che furono ambeduoiA conoscere omai il pan da' sassi,
      E saper quante paia fan tre buoi(210);
      Sebben dal padre avevan degli spassi,
      Vedendosi già grandi impiccatoi(211),
      Ed a soldi tenuti bassi bassi,
      Ostico gli pareva e molto strano;
      Ed in particolare a Florïano.
     
      22
      Dimodochè sdegnato, come ho detto,
      Che il duca per la sua spilorceriaOgnor viepiù tenevalo a stecchetto,
      Un dì si risolvette d'andar via;
      Ma tacquelo, per fare il giuoco netto,
      Fuor che al fratello, al qual 'n una osteriaDisse (veduto avendo a un fiasco il fondo)
      Volersene ramingo andar pel mondo.
     
      23
      Amadigi a distorlo tutto un giornoS'arrabbiò, s'aggirò come un paleo:
      Ma perchè quanto più gli stava intorno,
      Egli era più ostinato d'un Ebreo;
      Tu vuoi ir, disse, è vero? o va' in un forno(212):
      E dopo un grande e lungo piagnisteo,
      Orsù, vanne, diss'egli, io me n'accordo;
      Ma lasciami di te qualche ricordo.
     
      24
      Allor per soddisfarlo Florïano,
      Acciocchè più tener non l'abbia in ponte,
      Con un baston fatato, ch'avea in mano,
      Toccò la terra e fece uscir un fonte.
      E disse: quindi poi, benchè lontano,
      Vedrai s'io vivo o s'io sono a Caronte;
      Perchè quest'acqua ognor di punto in punto


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Il Malmantile riacquistato
di Lorenzo Lippi (Perlone Zipoli)
Barbera Editore Firenze
1861 pagine 283

   





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