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      Amadigi dipoi fece pulito(294);
      Perchè, trovato avendo il suo fratelloCon una barba lunga da romito
      E più lordo e più unto d'un panello(295),
      Lavatolo e rimessogli il vestito,
      Ch'era ancor quivi tutto in un fardello,
      Lo ricondusse a Campi, ove la moglie,
      Di lui già pregna, appunto avea le doglie.
     
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      Corse la levatrice, ed in effettoFra mille oimè, se' soldi(296), e doglien'ora,
      Partorìgli una bella piscialletto,
      Che fusti tu, poi detta Celidora:
      E maritata al re, come s'è detto,
      Di Malmantil, del qual tu sei signora:
      Ne sei, e ne sarai, io lo raffibbio(297);
      Sebben non puoi per or dir come il nibbio(298).
     
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      Ma presto come lui, potrai dir mio.
      Or senti pur: basito Perïone,
      Anco Amadigi subito tuo zioVenne a tôr donna, e n'ebbe un bel garzone,
      Che Baldo fu chiamato: e quel son io,
      Che poi cresciuto detto son Baldone.
      Or eccoti dal primo al terzo gradoNarrato tutto il nostro parentado.
     
     
     
      TERZO CANTARE
     
      Argomento
     
      Vengon d'Arno a seconda i legni Sardi:
      Sbarcan le genti, e vanno a Malmantile;
      Ma per vari accidenti i più gagliardiNon fan quel tanto, che di guerra è stile.
      Arma i suoi Bertinella, alza stendardi,
      E mostra in debol corpo alma virile,
      Nascon grandi scompigli in quella piazza,
      E ognun si fugge in veder Martinazza.
     
     
      1
      Un che sia avvezzo a starsene a sedereSenza far nulla colle mani in mano,
      E lautamente può mangiare e bereE in festa e 'n giuoco viver lieto e sano;
      Se gli son rotte l'uova nel paniere,
      Considerate se gli pare strano:
      Ed io lo credo, chè a un affronto taleAl certo ognun la 'ntenderebbe male.
     
      2
      E pur chi vive, sta sempre soggetto


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Il Malmantile riacquistato
di Lorenzo Lippi (Perlone Zipoli)
Barbera Editore Firenze
1861 pagine 283

   





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