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      Chi nudo scappa fuori, e non fa stimaChe dietro gli sia fatto lima lima(350).
     
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      Perchè s'egli ha camicia o brache o vesta,
      Non bada che gli facciano il baccano;
      Bensì del tristo avviso afflitto resta,
      Onde più d'un poi giuoca di lontano(351):
      Chi torna indietro a fasciarsi la testa,
      E chi si tinge(352) con il zafferano;
      Chi dice che una doglia gli s'è presa,
      Per non avere a ire a far difesa.
     
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      Altri, che fugge anch'ei simil burrasca,
      Finge l'infermo, e vanne allo spedale:
      E benchè sano ei sia com'una lasca,
      Col medico s'intende o col speziale;
      Perchè all'uno ed all'altro empie la tascaAcciò gli faccian fede ch'egli ha male:
      Ed essi questo e quel scrivon malato:
      E chi più dà, lo fan di già spacciato.
     
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      Sicchè con queste finte e con quest'arteCostor, che usan la tazza e non la targa,
      Servir volendo a Bacco e non a Marte,
      Che non fa(353) sangue, ma vuol che si sparga,
      D'uno stesso voler la maggior parteTrovan la via di starsene alla larga;
      Ed il restante, non sì astuto e scaltro,
      Comparisce, perch'ei non può far altro.
     
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      Mentre in piazza si fa nobil comparsa,
      Anche in palazzo armata la regina,
      Con una treccia avvolta, e l'altra sparsa,
      Corre alla malmantilica rovina;
      Benchè ne' passi poi vada più scarsa,
      Perchè all'uscio da via mai s'avvicina.
      Da sette volte in su già s'è condottaFino alla soglia, ma quel sasso scotta.
     
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      Viltà l'arretra, onor di poi la 'nvitaA cimentar la sua bravura in guerra:
      L'esorta l'una a conservar la vita,
      L'altro a difender quanto può la terra.
      Pur, fatto conto di morir vestita(354),
      Voltossi a bere; e divenuta sgherra


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Il Malmantile riacquistato
di Lorenzo Lippi (Perlone Zipoli)
Barbera Editore Firenze
1861 pagine 283

   





Bacco Marte