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      E con un bel vestito di broccato,
      Che a nolo(433) egli ha pigliato dall'Ebreo,
      Tutto splendente viensene al corteo.
     
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      Nè per ancora le Ugnanesi gentiHanno veduto comparire in scena
      La materia che dà il portante(434) a' denti,
      E rende al corpo nutrimento e lena;
      Perciò molti ne stanno malcontenti,
      Che son usi a tener la pancia piena:
      E ben si scorge a una mestizia tale,
      Che la mastican tutti più che male.
     
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      È tra costoro un certo girellaio(435),
      Che per l'asciutto(436) va su i fuscellini(437),
      Male in arnese, e indosso porta un saioChe fu sin del Romito de' Pulcini(438).
      Ci è chi vuol dir ch'ei dorma in un granaio,
      Perc'ha il mazzocchio(439) pien di farfallini:
      È matto in somma; pur potrebbe ancoraUn dì guarirne, perchè il mal dà in fuora(440).
     
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      E perch'ei non avea tutt'i suoi mesi(441),
      Fu il primo ad esclamare e far marina(442),
      Forte gridando: oimè! ch'io vado a Scesi(443)
      Pel mal che viene in bocca alla gallina(444).
      Onde Eravano e don Andrea Fendesi,
      Che abbruciavano insieme una fascina,
      E per cibare i lor ventri di struzzoli(445)
      Cercavan per le tasche de' minuzzoli,
     
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      Mentre di gagnolar giammai non restaCostui ch'è senza numero ne' rulli(446),
      Anzi rinforza col gridare a testa(447),
      Lasciano il fuoco e i vani lor trastulli:
      E per vedere il fin di questa festa,
      Se ne van discorrendo grulli grulliDel bisogno ch'essi han che 'l vitto giunga,
      Perchè sentono omai sonar la lunga(448).
     
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      Così domandan chi sia quei ch'esclama,
      E mette grida ed urli sì bestiali.
      Gli è detto: questo è un tale che si chiamaPerlone, dipintor de' miei stivali;


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Il Malmantile riacquistato
di Lorenzo Lippi (Perlone Zipoli)
Barbera Editore Firenze
1861 pagine 283

   





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