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      Mai battè colpo o volle far nïente.
      Per una zuppa(478) dolla ancor di greco.
      Ma che gracch'io? qui nessun mi sente.
      Che fo? se i morti son di pietà privi,
      Meglio sarà ch'io torni a star tra' vivi.
     
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      Qui tacque, e per fuggir la via si prese,
      Facendo sempre il Nanni(479) ed il corrivo;
      Perch'egli è un di que' matti alla sanese,
      C'han sempre mescolato del cattivo.
      Per aver campo a scorrere il paese,
      Ne fece poi di quelle coll'ulivo(480),
      Mostrando ognor più dar nelle girelle;
      E tutto fece per salvar la pelle.
     
      27
      Perch'uno, che il soldato a far s'è messo,
      Mentre dal campo fugge e si travia,
      Sendo trovato, vien senza processoCaldo caldo mandato in Piccardia.
      Però s'ei parte, non vuol far lo stesso,
      Ma che lo scusi e salvi la pazzia;
      Onde minchion minchion, facendo il matto,
      Se ne scantona che non par suo fatto.
     
      28
      Il Fendesi a scappare anch'ei fu lesto,
      Con gli altri tre correndo a rompicollo;
      Volendo risicar prima un capresto,
      E morir collo stomaco satollo,
      Che restar quivi a menarsi l'agresto(481),
      Ed allungare a quella foggia il collo.
      Il danno certo è sempre da fuggire;
      S'egli avvien peggio poi, non c'è che dire.
     
      29
      Lasciam costoro, e vadan pure avantiCercando il vitto lì per quel contorno;
      Che se fame gli caccia, e' son poi fantiDa battersi ben ben seco in un forno;
      Perchè d'un gran guerrier convien ch'io canti,
      Mezzo impaniato, perch'egli ha d'intornoUna donna straniera in veste bruna,
      Che s'affligge e si duol della fortuna.
     
      30
      Calagrillo è il guerriero, e via pian pianoCavalcando ne va con festa e gioia,
      Ognor tenendo il chitarrino in mano,


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Il Malmantile riacquistato
di Lorenzo Lippi (Perlone Zipoli)
Barbera Editore Firenze
1861 pagine 283

   





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