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      Dimostrano a me poi 'l bianco pel nero;
      Dicendomi, che m'hanno fatta sposaD'un giovanetto, ch'è sì bella cosa.
     
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      Soggiunsero di lui mill'altre bozze;
      Ma quando da me poi lo veddi in facciaCon quella forma e membra così sozze,
      Pensate voi se mi cascò le braccia:
      Anzi nel giorno proprio delle nozze,
      Che a darmi ognun venia il buon pro vi faccia,
      Ogni volta, con mio maggior dolore,
      Sentivo darmi una stoccata al cuore.
     
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      Non lo volevo; pur mi v'arrecai,
      Veduto avendo ogni partito vinto(491);
      Ma perchè non è il diavol sempre maiCotanto brutto com'egli è dipinto,
      Quand'io più credo a gola esser ne' guai,
      Ecco al mio cuore ogni travaglio estinto;
      Vedendo ch'ei lasciò, sendo a quattr'occhi,
      La forma delle botte e de' ranocchi.
     
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      E molto ben divenne un bel garzone,
      Che m'accolse con molta cortesia;
      Ma subito mi fa commissïone,
      Ch'io non ne parli mai a chicchessia,
      Perch'io sarò, parlandone, cagioneCh'ei si lavi le man de' fatti mia,
      E per nemmen(492) sentirmi nominareSi vada vivo vivo a sotterrare.
     
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      E perchè quivi ancora avrà pauraCh'io non vada a sturbargli il suo riposo,
      Avrà sopr'ad un monte sepolturaChe mai si vedde il più precipitoso,
      Ed alto poi così fuor di misura,
      Che non v'andrebbe il Bartoli(493) ingegnoso;
      Oltrechè innanzi ch'io vi possa giugnere,
      Ci vuol del buono, e ci sarà da ugnere.
     
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      Poichè una strada troverò nel piano,
      Che veder non si può giammai la peggio;
      Poi, giunta a piè del monte alpestre e strano,
      Con due uncini arrampicar mi deggio,
      Menando all'erta or l'una or l'altra manoCome colui che nuota di spasseggio;


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Il Malmantile riacquistato
di Lorenzo Lippi (Perlone Zipoli)
Barbera Editore Firenze
1861 pagine 283

   





Bartoli