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      Gli prega che le dian qualche segreto,
      Di far, senz'altre guerre ovver contese,
      Che quelle genti sfrattino il paese.
     
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      Io ho, dice un di lor, bell'e trovatoUn'invenzion, che ci verrà ben fatto;
      Perchè il duca Baldone è innamoratoDella Geva di corte, e ne va matto:
      Ma la furba lo tiene ammartellato,
      E due tavole(524) dar vorrebbe a un tratto,
      Tenendo il piè in due staffe, amando lui,
      E parimente il duca di Montui(525).
     
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      Però, se noi finghiam ch'ella gli scrivaChe 'l suo rivale (adesso ch'egli ha inteso
      Ch'ei s'è partito) colla gente arrivaPer volergliela su levar di peso;
      E che se proprio è ver che per lei viva,
      Com'ei spesso giurò, d'amore acceso;
      E se gli è cara; lo dimostri, e prendaEd armi e bravi, e corra e la difenda.
     
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      Vedrai che 'l duca torna allotta allotta,
      Correndo a casa come un saettoneCon quanta ciurma ch'egli ha qua condotta,
      Per voler ammazzar bestie e persone.
      Or dunque tu, che sei saputa e dottaChe non la cedi manco a Cicerone,
      Scrivi la carta; chè tu sai che noiSiam tutti un monte d'asini e di buoi.
     
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      Non ti do contro, rispond'ella, a questo,
      Ed ho gusto che voi vi conoschiate(526).
      Orsù, dice il demonio, scrivi prestoDue parole in tal genere aggiustate.
      Sì, dic'ella; ma vedi, io mi protesto,
      Ch'io non portai mai lettere(527) o imbasciate.
      Scrivi soggiunge quei; chè, quanto al porta,
      Eccomi lesto qui con Gambastorta.
     
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      E per dare al negozio più colore,
      In forma voglio ir io d'una comareDella sua Geva, detta Mona Fiore,
      Confidente del duca in ogni affare.
      Gambastorta verrà da servitore,
      Che mostri di venirmi a accompagnare;


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Il Malmantile riacquistato
di Lorenzo Lippi (Perlone Zipoli)
Barbera Editore Firenze
1861 pagine 283

   





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