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      Ma se ravvista(619) un tratto del suo fallo,
      Bada a tirar innanzi alla balorda,
      Perch'il vizio rifiglia e mette il tallo,
      Vien sempre più a aggravarsi(620) in sulla corda.
      Il male invecchia al fine e vi fa il callo;
      Sicchè venga un serpente pure, e morda,
      Ch'ella non sente nè meno un ribrezzo:
      Così peggio che mai la dà pel mezzo(621).
     
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      Nella neve si fa lo stesso giuoco;
      Chè l'uom sul primo diacciasi le dita,
      Poi quel gran gelo par che manchi un pco,
      E sempre più nell'agitar la vita;
      Al fine ei si riscalda come un fuoco,
      Sicchè non la farebbe mai finita;
      Nè gli darebbe punto di spavento,
      Quand'ei v'avesse ancora a dormir drento.
     
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      Or tu m'hai inteso: rasserena il volto;
      Chè tu vedrai, tirando innanzi(622) il conto,
      (Perchè di qui a poco non ci è molto)
      Che delle serpi non farai più conto.
      Ma dimmi, che ha' tu fatto del rinvolto?
      L'ho qui, dic'ella, sempre lesto e pronto.
      Sta ben, soggiunge Giulio, adunque corri,
      Perchè qui non è tempo da por porri(623).
     
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      Resta, dic'ella, omai; ch'io ti ringrazioDell'instruzion, ch'appunto andrò seguendo;
      Promissio boni viri est obligatio,
      Dic'egli: t'ho promesso, e però intendoAncor seguirti questo po' di spazio;
      E quivi con un tibi me commendo,
      All'in qua ripigliando il mio cammino,
      Ti lascio, com'io dissi, al colonnino(624).
     
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      Ed essa allora abbassa il capo, e tocca(625),
      Sebben de' serpi ell'ha qualche paura;
      Pur via zampetta, e fatto del cor ròcca,
      Va calcando la strada alla sicura;
      Sicch'ella non si sente aprir la bocca,
      Perchè non è più morsa, o non lo cura.
      Giunti alla fine al gran fiume infernale,


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Il Malmantile riacquistato
di Lorenzo Lippi (Perlone Zipoli)
Barbera Editore Firenze
1861 pagine 283

   





Giulio