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      Ch'è seminato dalle male pratiche:
      I cancheri, le rabbie e gli altri mali,
      Che vi mandano(680) gli osti e i vetturali.
     
     
      54.
      Pesche in su gli occhi sonvi azzurre e gialle;
      Gli sfregi(681), fior per chi gli porta pari;
      I marchi, che fiorir debbon le spalleAl tagliaborse e ladri ancor scolari;
      Le piaghe a masse, i peterecci(682) a balle;
      Spine ventose, e gonghe(683) in più filari;
      V'è il fior di rosolía, e più rosoniD'ortefica, vaiuolo e pedignoni.
     
     
      55.
      Si maraviglia, si stupisce e spanta(684)
      Martinazza in veder sì vaghi fiori;
      E rimirando or questa or quella pianta,
      Non sol pasce la vista in quei colori,
      Ma confortar si sente tutta quantaAlla fragranza di sì grati odori.
      E di non côrne non può far di menoUn bel mazzetto, che le adorni il seno.
     
     
      56.
      Alla ragnaia(685) al fin si son condotti,
      Di stili da toccar la margherita;
      Ove de' tordi cala e de' merlottiAlla ritrosa(686) quantità infinita,
      Che son poi da Biagin(687) pelati e cotti,
      Sgozzando de'più frolli una partita;
      Altra ne squarta; e quella ch'è più fresca,
      Nello stidione infilza(688) alla turchesca.
     
     
      57.
      Veduto il tutto, Nepo la conduceAl bagno, ov'ogni schiavo e galeotto
      Opra qualcosa: un fa le calze, un cuce;
      Altri vende acquavite, altri il biscotto;
      Chi per la pizzicata(689), che produceIl luogo fa tragedie(690) in sul cappotto;
      Un mangia, un soffia(691) nella vetriuola;
      Un trema in sentir dir: fuor camiciuola(692).
     
     
      58.
      Vanno più innanzi a' gridi ed a' romoriChe fanno i rei legati alla catena,
      Ove a ciascun, secondo i suoi erroriDato è il gastigo e la dovuta pena.


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Il Malmantile riacquistato
di Lorenzo Lippi (Perlone Zipoli)
Barbera Editore Firenze
1861 pagine 283

   





Biagin Nepo