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      E colle spalle s'è giocato un'anca(1068);
      Pur, grazia del martello e degli sproni,
      Tentenna tanto, zoppica ed arranca,
      Ch'ei vien dove(1069) n'ha a ir, non dico a onceMa a catinelle il sangue ed a bigonce.
     
      21.
      Quando il nimico ch'ivi sta a disagioA tal pigrizia, grida ad alta voce:
      Vieni asinaccia, moviti Sant'Agio(1070),
      Ch'io son qui pronto a caricarti a noce(1071).
      Ella risponde: a noce? adagio, Biagio!
      Fate un po' pian, barbier, che 'l ranno cuoce;
      S'altro viso non hai, vàllo a procura,
      Perchè codesto non mi fa paura.
     
      22.
      Se tu sapessi, come tu non sai,
      Ch'armi son queste, e poi del beveraggio,
      Faresti forse il bravo manco assaiO parleresti almen d'altro linguaggio.
      Ma giacchè tu venisti al tuo' ma' guai,
      A' vermini a tua posta manda il saggio(1072);
      Mentr'io che mai non volli portar basto(1073),
      Coll'ammazzarti farotti lor pasto.
     
      23.
      Orsù, dic'egli all'armi t'apparecchia,
      E vedrem se farai tante cotenne(1074).
      A questo suono allor mona Pennecchia(1075)
      Dice fra sè: no, no, non tanto ammenne(1076),
      Sarà meglio qui far da lepre vecchia.
      E senza star a dir pur al cui vienne(1077),
      Fa prova, già discesa dal destriero,
      Se le gambe le dicon meglio il vero.
     
      24.
      Le guarda dietro Calagrillo e grida:
      M'avessi detto almen salamelecche!
      Volta faccia, vigliacca, ch'io t'uccidaE ch'io t' insegni farmi le cilecche(1078);
      Così tu, che intimasti la disfida,
      Mi lasci a prima giunta in sulle secche?
      Ma fa' pur quanto sai, ch' io ho teco il tarlo,
      E ti vo', se tu fossi in grembo a Carlo(1079).
     
      25.
      Se al cimento, dic'ella, del duello


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Il Malmantile riacquistato
di Lorenzo Lippi (Perlone Zipoli)
Barbera Editore Firenze
1861 pagine 283

   





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