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      Ma l'ignorare i pochi non impedisce il concludere sui molti.
      E bisogna anche avere in mente l'acuta osservazione di Sergi, che anche quando sono noti i caratteri inferiori di un genio, il prestigio esagerato nella vita, il processo psicologico incosciente che esalta e divinizza ogni persona cara dopo morte, con quell'adorazione dei defunti, con quell'apoteosi che fu un uso primitivo dei popoli; (N. Antolog. 1900) e continua però sotto forme diverse incosciente fra noi e v'esagera pel genio, provoca la dissimulazione, mentre ne ricorda ed esalta solo i caratteri nobili, giungendo perfino ad alterarne le linee fisionomiche, come per Alessandro e Napoleone; sicchè molte volte anche quando se ne son faticosamente racimolate le notizie, non rispondono alla vera loro psicologia e meno ancora alla loro patologia.
      Giova anche aggiungere: che quando da nuove ricerche, come con gli epistolari del Manzoni, di Michelangelo, di Galileo, si colmaron le lacune che questi grandi lasciarono sopra sè stessi, si potè subito sorprendere quella nevrosi, cui, dapprima, quando mancavano o scarseggiavano i documenti, nessuno pur sospettava.
      Quanto all'obbiezione che mi eleva di nuovo sotto altre forme il mio carissimo Morselli (Rivista critica di filosofia scientif., gennaio 1899) doversi trovare l'anomalia del genio nel senso di un maggior differenziamento, di una più avanzata specificazione del tipo umano e non in quello di una diminuzione o perdita dei suoi caratteri specifici, anche se si debba astrarre dalla grossolana morfologia e rimanere nelle sfere del sentimento, dell'intelletto e della volontà, rispondo: Voi, mio poderoso quanto caro avversario, non avete voluto vedere che non tanto nelle anomalie morfologiche, quanto appunto in queste sfere psichiche spicca la massima alterazione; che alterazione(1) maggiore, p. es. volete nelle sfere della volontà, dell'abulia, che pure è così frequente nei grandi (Renan, Amiel); quale alterazione maggiore del sentimento - della perdita completa dell'affettività e del senso morale, come in Galileo, come in Sallustio, Seneca, Cremani, Foscolo, Byron, Villon, Musset, Napoleone, Fontenelle, Donizetti, Federico II, Schopenhauer(2)?


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Nuovi studi sul Genio.
Parte I (da Colombo a Manzoni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1901 pagine 187

   





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