Pagina (23/187)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Così spiegava la deviazione che notò ivi dell'ago magnetico, e perchè la stella polare descrivesse un più largo giro nel cielo, e perchè l'aria vi fosse più temperata.
      Giustamente osservava Humboldt, che pure abbiam visto ammirarne erroneamente la coltura letteraria: queste false ipotesi dedotte da sbagliate misure, indicare in Colombo una deficienza di conoscenze matematiche e uno strano imbizzarrimento di fantasia; noi diremo: provarne la pazzia.
      Ma nulla meglio prova l'incoscienza di Colombo, rispetto ai risultati dell'opera propria, che le parole sue stesse.
      In una lettera scritta ai Re cattolici nell'ottobre del 1498, egli afferma che la terra ferma scoperta da lui era stata benissimo conosciuta dagli antichi, e non ignorata "come vogliono sostenere gli invidiosi o gli ignoranti" (De Lollis, Revue des Revues, 15 gennaio 1898). Egli, dunque, non si riconosceva, non sapeva riconoscersi altro merito che di aver raggiunto per altra via i paesi dell'Asia Orientale, già scoperti da Marco Polo!
     
      Senso morale. - Crudeltà. - Come accade ai psicopatici, egli difettava più assai dell'uomo medio anche dei suoi tempi, nel senso morale; ed una causa, non ingiusta, delle sue persecuzioni fu che, non avendo trovato oro e volendone ricavare dalla vendita degli indigeni, sia pure col pretesto che fossero idolatri, impediva si desse loro il battesimo; certo egli, fin da quando mise il piede a San Salvador, contò il mercato delle vite umane come uno degli introiti più sicuri delle sue nuove conquiste.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Nuovi studi sul Genio.
Parte I (da Colombo a Manzoni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1901 pagine 187

   





Humboldt Colombo Colombo De Lollis Revue Revues Asia Orientale Marco Polo San Salvador