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      Nelle sue corrispondenze ufficiali continuò sempre a mentire, dicendo d'aver trovato abbondanza di spezie e fiumi da cui si traeva l'oro; e mentì quando affermò aver navigato tutto il Ponente ed il Levante: mentiva quando affermava che per 7 anni tutto il mondo l'aveva respinto, che fu l'oggetto delle risa di tutti, che solo un povero monaco ebbe pietà di lui, mentre il Duca di Medina aveva disposto di fornirgli 4000 ducati e 2 navi, ma sospese la spedizione per far piacere alla Regina che voleva esserne l'iniziatrice, come prova una lettera del Duca al Re(16); anche Diego de Deza, vescovo di Zamora, precettore dell'erede del Re, lo protesse continuamente, e così Faraveggia Quintane, Talavera, come dimostrò assai bene l'Harrisse (Cristophe Colomb devant l'histoire).
      E questo suo abito della menzogna spavalda ed ignorante era diventato proverbiale nel Portogallo; tantochè, quando egli approdava dall'America la prima volta, non vi credettero affatto; e il Re stesso di Portogallo, diffidandone, volle, con un ingegnoso espediente, sapere dagli stessi indigeni la verità.
     
      Delirio. - La nettezza, dice giustamente il De Lollis, con la quale egli aveva formulato il suo progetto, la costanza più che decennale, nel sostenerlo, la cura minuziosa nel redigere i capitolati dell'impresa col Principe, la ostinazione con la quale egli ricusò sempre di modificare, pur leggermente, le condizioni da lui poste, tutto ciò dimostra più che la convinzione dell'uomo medio, la visione materiale della meta, come solo, aggiungo io, il paranoico può averla.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte I (da Colombo a Manzoni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1901 pagine 187

   





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