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      ) e "ringrazio pure di cuore la bontà di lei del cui santo ministero si vale per tutto ciò che io possa fare. Dico e senza esitare questa parola, se malgrado la mia profonda indegnità (ecco la linea che segna il delirio di indegnità e di peccato dalla comune umiltà), sento quanto possa in me operare la Onnipotenza della Divina Grazia, (D e G grandi). Si compiaccia di pregare il buon Gesù che non si stanchi di farne risplendere i miracoli in un cuore che ne ha tanto bisogno. Mi tenga sempre suo umilissimo e affezionatissimo figlio in Gesù Cristo. - Alessandro Manzoni".
      Notisi che la lettera, riguardava non un atto ignobile od equivoco, od almeno indifferente che abbisognasse di scusa; ma una buon'azione, una opera di carità commessa in segreto!!
      Oh! non ti par di vedere un vecchio instupidito dall'età, accasciato e curvo ai piedi del prete?! - Eppure qui si tratta di un giovane baldo ch'era pochi anni prima audace pensatore, e perfino schernitore di preti.
      Giustamente avvertiva il De Gubernatis, che non è certo alienista nè amico degli alienisti, ed in un'epoca in cui tali questioni non si toccavano ancora, anzi non si sognava nemmeno dai letterati che esistessero, tanto erano digiuni d'ogni scienza psicologica non che psichiatrica; non potersi spiegare tutto ciò se non per un delirio: ed io aggiungerò per il delirio così detto d'indegnità, o di peccato che è una nota varietà della lipemania.
      E ciò è ribadito dalla lettura di questi suoi pensieri mandati al Tosi: "Felici noi se sappiamo comprendere che l'unica vera gioia e l'unico sapere viene dallo spirito che il Padre ci manda nel nome di Gesù Cristo.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte I (da Colombo a Manzoni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1901 pagine 187

   





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