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      Infine per comprendere fino a qual punto giungesse il fanatismo suo e del suo convertitore, Tosi, basti dire che trovò peccaminoso fino quel brano bellissimo dei Promessi Sposi in cui il Padre Cristoforo assolve Lucia dal voto, brano che fu salvato per miracolo più tardi dalla scancellatura al cessare dell'acuzie della crisi psichiatrica(32).
      Secondo De Gubernatis, che però qui vuolsi da alcuni esageri un fatto vero, da quell'anno 1810, l'anno della conversione, fino al 1818; e, lasciando la cronologia che potrebbe esser inesatta, certo nei migliori e più fecondi anni della vita, egli fu completamente sterile(33); men che qualche piantagione agricola, qualche disegno di villa e gli stentati e sterili primi inni sacri, e due canti patriottici classici, egli non avrebbe fatto nulla di grande; e ciò perchè il bigottismo più gretto invase e guastò quella nobile anima (come persino il clericale Cantù dovette confessare), sostituendosi, non che al positivismo, al vero sentimento religioso. E il bigottismo che ha abbattuto due grandi nazioni, la Spagna e la Francia, ha forza che basti per annichilire anche il più grande dei geni.
      Vero è che lo Stampa pretende confutare in proposito ambedue quei biografi: ma la sua invece che una confutazione ne è una riconferma; perchè deve ammettere che il Manzoni pregava tre volte al giorno, che recitava i paternoster alla sera con quelli della sua famiglia, che suggeriva a un malato un santone che guariva con benedizioni, che avrebbe voluto baciare i piedi al Papa, infine, che ne sosteneva la completa infallibilità in questioni religiose, il che si vede del resto nell'Epistolario (vol.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte I (da Colombo a Manzoni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1901 pagine 187

   





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