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      Il timore opera... sulla evidenza, portando talvolta a negar fede alle cose minacciate, e talvolta a prestargliene più di quella che si meritino
      . - "Il sentimento che porta il timoroso a ingrandire o a immaginarsi il pericolo, è quello stesso che lo fa fuggire dal pericolo reale... e leva la tranquillità della mente"; la conseguenza ch'esso di frequente produce, di suscitare in chi ne è preso l'impazienza, o un sentimento affatto contrario, l'ardire.
      Mi struggo e temo di vederti
      . - Don Abbondio aspetta Renzo "con timore e, ad un tempo, con impazienza". - Menico... comandava "con la forza d'uno spaventato". - Lucia "rinvigorita dallo spavento". - Agli occhi del padre, Gertrude quantunque ne avesse paura, o... risoluta per paura, con la stessa prontezza con cui avrebbe preso la fuga dinanzi un oggetto terribile".
      Ora temeva il giorno... ora lo sospirava.
      - Renzo "era ansioso insieme e timoroso di veder qualcheduno".
      Anche nella Tragedia e negli Inni del Manzoni Bellezza troverebbe una varietà infinita di "paure": dal "terrore" onde son presi i tiranni, a quello dell'"anima" impaurita d'Ermengarda; dai signori romani, Irsuti per tema le folte criniere, e dai Franchi tenuti sotto le Chiuse "ad una scola di terror", a Marco senatore, Il rio timor che a goccia a goccia ei fea - Scender sull'alma mia. E il "turbamento leggero... che si mostra di quando in quando sul volto delle spose"; e la "paura del fanciullo, che trema nelle tenebre, senza sapere di che".
     
      Nelle paure della veglia bruna


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Nuovi studi sul Genio.
Parte I (da Colombo a Manzoni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1901 pagine 187

   





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