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      Paranoia persecutiva ed ambiziosa. - Si disse dai contemporanei, ch'egli era più saggio di tutti gli uomini e meno savio di un bimbo. Certo, presentò molti sintomi di paranoia persecutiva ed ambiziosa. Come Byron, Alfieri, Wagner ecc., protesta che non è ambizioso; ma viceversa; ammette che trova sempre fallaci le scoperte altrui e sempre migliori le sue; e disse di sè nell'arte medica, non comparire che ogni 10 secoli un grand'uomo, ed essere egli il settimo (Capitolo VIII); ed afferma nella sua De Vita d'aver fatto 40,000 scoperte e 200.000 (sic) piccole pubblicazioni; tra i suoi schemi genetliaci comprende quello di Gesù Cristo; più volte dichiarò essere protetto dalla Beata Vergine e da S. Martino, che lo avvertivano coi sogni dell'avvenire della vita, dei rimedi da somministrare ecc. Tutto il mondo gli sembra ora congiurato contro di lui, ora genuflesso estimatore dei suoi talenti; ei si crede invulnerabile agli strumenti umani. La megalomania si rivelò certo nelle opere De Vita, De libris propriis, De Somniis, che lungi dell'essere, come vorrebbero Baillarger e Burdach, una mirabile prova dell'attenzione analitica di sè stesso, non sembrano altro che sintomi ed effetti di quell'impulso morboso, colorati dall'eloquenza del genio, quali si vedono nei numerosi scartafacci dei paranoici.
      Si faceva trascinare in Bologna da un cocchio a cui aveva... fatto togliere una ruota: credeva a continui complotti contro lui dai colleghi che l'aveano eletto membro dell'Accademia degli Affiliati.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte I (da Colombo a Manzoni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1901 pagine 187

   





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