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      A diciotto anni ove fosse chi di me ragionasse a qualunque distanza, sentiva nell'orecchio uno strepito particolare dal lato onde si parlava; se si ragionava in favore, nell'orecchio destro, e viceversa, nel sinistro.
      Dal 1532, cioè a 26 anni, fino al 1567, ebbe la prerogativa non poco singolare della rivelazione del futuro o per mezzo di sogni simbolici, o per la voce diretta di un genio.
      Tutti i suoi meriti e le sue scoperte deve ad uno spirito, che gli si rivelava per sogni e strepiti e gli mostrava 3 soli e 3 lune a mezzogiorno.
      Passò nel 1567 ogni soccorso soprannaturale (destitutus numine a quo impellebar), restandogli una crescente lucidezza di mente; ma non è men vero che nel 1572 ebbe un'allucinazione d'un contadino che gli disse "Te sin casa"; di un altro che gli passeggiava a fianco nella strada, e poi svanì alla soglia dell'abitazione; che più? nel 1570 una ricetta per il cardinale Morone salì dalla terra al suo leggio, senza spirare di vento, dimenticandosi delle leggi di gravità, per avvertirlo del pericolo che ei correva commettendola all'illustre cliente, lui che fu sì felice indagatore delle leggi del moto!
      Quanto alla varietà dell'allucinazione, noi lo vediamo ora credere che le sue carni putano di zolfo, che sieno i vasi ed i piatti pieni di vermini, che la stanza e l'aria senta odore di ceri spenti; ora udire il grugnito dei porci, ora essere balzato da violenti terremoti, ora vedere fiamme e fantasmi, mentre di nulla s'accorgono i suoi familiari, privi, come erano, del suo genio benefico; ora, ipocondriaco, si crede avvelenato, cinto di nemici e di congiurati, affetto da uresi, da ernia, da podagra, che dispaiono meravigliosamente senza cura, e spesso con qualche prece al B. Girolamo od alla Vergine.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte I (da Colombo a Manzoni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1901 pagine 187

   





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