Pagina (109/187)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Vergognandosi di mostrarsi in quello stato là donde erasi dipartito con tanta iattanza, qui si stanziò. Roso dal tedio, condusse tardi in moglie una del popolo. Le nozze furono a lungo sterili; ma quando egli, già vecchio, "dopo una vita a sè e ad altrui fastidiosa morì d'erpete, di vino e di cruccio", lasciava incinta la moglie.
      Così il padre di Francesco Domenico nasceva da un uomo vecchio e, verosimilmente di età affatto sproporzionata a quella della moglie che lo aveva inoltre generato in condizioni fisiche e psichiche tutt'altro che buone, il che, come dimostra Marro, doveva favorirne la degenerazione e la tendenza alla follia. Dal padre, inoltre, egli ereditava la melanconia (infermità di famiglia, la chiama più volte il Guerrazzi), accompagnata anche in lui, almeno negli ultimi anni, da gravissima abulia, e dall'orgoglio (malattia che si è resa fidecommissaria in famiglia) e l'erpete che, coadiuvato dai dolori morali, contribuì a rendere sempre più acuto il delirio melanconico. Se questo si manifestasse fin dai primi anni, o solo in età matura, non possiamo sapere con certezza: le notizie delle Note autobiografiche sono in ciò alquanto discordi da quelle delle Memorie al Mazzini. Nelle prime scrive il Guerrazzi: "Da giovane, sostenuto dalla naturale gagliardia dell'età, si accostò agli esempi materni, la quale (sic) fu donna buona, operosa e d'animo oltre il suo stato gentile; avanzando negli anni prevalse in lui la indolenza, il cruccio, la misantropia del padre; io mi ricordo che una volta durò bene otto mesi senza parlare.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Nuovi studi sul Genio.
Parte I (da Colombo a Manzoni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1901 pagine 187

   





Francesco Domenico Marro Guerrazzi Note Memorie Mazzini Guerrazzi