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      Queste parole, - osserva il Guastalla, - che il Guerrazzi scrive contro sua madre, sono gravi, gravissime, ma sono ugualmente meritate? Ed egli qui riferisce un'affettuosa lettera da lei diretta a Francesco Domenico, per mostrare come questa donna non fu in tutto e per tutto quale viene descritta. Ora si osservi: Anzi tutto il Guerrazzi non dice che sua madre non amasse i figli; ma li amava in un modo suo speciale, che non poteva riuscire se non ad alienarsene l'animo: "non so se abbia fatto più male ai suoi figliuoli coi suoi furori o nei suoi amori, ma certo ne ha recato moltissimo in ambedue i casi". Da questa lettera, che il Guastalla riporta, non traspare la solita furia che, al dir del figlio, in ogni cosa la dominava; ma è naturale che in una persona poco meno che analfabeta, costretta a scrivere con estrema lentezza, senza per ciò salvarsi dai più grossolani errori, l'impeto della passione animatrice non possa trasfondersi nelle espressioni scritte. L'indole impetuosa, impulsiva, apparrà piena ed intera nelle lettere di chi, come Francesco Domenico o suo fratello Temistocle, scrive così velocemente quasi come pensa, non in quelle di chi, con grande stento, riesce a metter insieme le lettere per compor le sillabe e le sillabe per compor le parole; nelle prime si ha la rapida e pronta espressione del pensiero spontaneo, nelle seconde il frutto faticato del pensiero riflesso. D'altra parte, se pure nelle parole di Francesco Domenico fossevi qualche esagerazione, non per ciò potremmo con minor sicurezza conchiudere che la violenza e l'impulsività furono il carattere fondamentale dell'indole sua sino a produrre vere manifestazioni di epilessia psichica.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte I (da Colombo a Manzoni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1901 pagine 187

   





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